Melborune non ha lo spettacolo dell’Harbour di Sydney e delle spiagge
di Bondi o Manly, questo è vero, ma tra le vetrate dei grattacieli che
continuano a salire tutto sembra meno caotico e più rilassato nelle immagini
che scorrono sui finestrini del tram numero 35, che prosegue lento il suo
incedere sulle rotaie nel mezzo delle ampie vie del CBD. Servizio gratuito, come anche l’autobus con
tanto di guida turistica e fermate nei punti più interessanti della città: lo
stadio da 100.000 posti ove si svolgono i famosi Australian Open, l’immancabile
giardino del bellissimo Botanical Garden (un classico dell’urbanistica
australiana), Little italy, il nuovo outlet della zona del porto fluviale e il
tradizionale mercato popolare del Queen Victoria Markets.
Melbourne è l’esempio lampante della vincente politica turistica “down
under”. Priva di attrazioni e peculiarità naturali, tutto viene venduto come
“magnifico”, tutto viene organizzato in modo da catturare sempre più persone,
dal dilagante melting-pot di cui la cittadinanza va fiera ( anche se da molte
prospettiva sembra giorno dopo giorno sempre più una colonia cinese), nello
spirito sempre del “noi siamo i migliori al mondo e abbiamo la terra più bella
del mondo”. E’ un trucco che dopo 11 mesi passati quaggiù diventa sempre più
prevedibile, come il centesimo spettacolo dello stesso prestigiatore, e che
rischia di diventare abbastanza ridondante. Ma, resta il fatto, che c’è da
togliersi il cappello quando una città che ospita già il gran premio di formula
1, l’Open di tennis, le finali nazionali di Football e Rugby australiano, la
Melbourne Cup, si imbarca nel progetto della costruzione dell’osservatorio
astronomico e planetario più grande del mondo che secondo i calcoli dovrebbe
essere richiamo per un altro milioni di visitatori ogni anno.
Nella politica del “siamo i migliori” rientra anche la pubblicità sulla
Great Ocean Road, i 200 km di strada “più famosi d’Australia” nonché la “costa
più spettacolare del mondo”.
Partendo dal fatto che su 200 chilometri probabilmente neanche 100 sono
sull’oceano, c’è però da dire che le curve d’asfalto arrampicate sulla roccia a
strapiombo sulle onde spumeggianti del mare sono veramente qualcosa da provare
e una piccola perla aggiunta ad un continente che non finisce mai di stupire
per la varietà di paesaggi.
Ci sono poi i 12 Apostoli e le rocce della Baia dei Martiri, enormi
braccia di pietra che spuntano dal mare, piccolo capolavoro dell’erosione che
ha distrutto i ponti con le pareti di roccia della costa, lasciando queste
enormi stalattiti come naufraghi in balia delle onde.
Nonostante la bellezza resa più godibile dal campervan a 5 stelle che
abbiamo avuto la fortuna di “rilocare” da Melbourne a Sydney per soli 5 dollari
al giorno (viaggiare con le compagnie di Relocation cars and campervan è molto
conveniente), mi astengo dal commentare il grado di spettacolarità su scala
mondiale, ma penso assolutamente che sia un “must see” per chi ha la fortuna di
volare quaggiù dall’altra parte del globo.
In questi 11 mesi di blog mi sono misurato spesso con l’impossibilità della
lingua di descrivere a pieno bellissimi paesaggi o esperienze. Sono certo che
una certa pigrizia e una sempre più scarsa abitudine all’uso quotidiano della
lingua italiana mi impediscono di trovare un aggettivo più specifico e soddisfacente
di “strano” per descrivere questo inverno australe, dove si sente la mancanza
del Natale, delle sue luci, delle sue bancarelle, della sua atmosfera.
E’ vero, anche qui hanno le scuole chiudono e le famiglie vanno in
vacanza, molti vanno a sciare sulle piste delle Snowy Mountain (qui non si
fanno tanti giri di parole per nominare le cose) o a Queenstown, in Nuova
Zelanda, a Melbourne c’è un piccolo albero di fili elettrici che si illumina a
ritmo con le voci dei cori che ogni sera gli cantano intorno, ma l’inverno,
qui, è sicuramente più ”buio”. Questo forse è un aggettivo più interessante per
le sue varie sfumature semantiche.
E Adelaide?
Adelaide, la capitale del South Australia, non è una grande città. Ti
sorprendi quando il GPS dice che il centro città è a circa 7 chilometri e stai
percorrendo ancora una strada a tre corsie tra le rocce delle montagne con
nessuna casa attorno. Qualcuno la definisce “noiosa” e probabilmente non è il
posto migliore in Australia dove poter trovare molta azione. Una cittadina
tranquilla che non diresti mai arrivi a contare più di un milione di abitanti.
Come Melbourne sorge a pochi passi dal mare, sulle rive del fiume e
come a Melbourne anche qui si lavora per costruire lo stadio migliore o per
mantenere il titolo conquistato nel 2011 di “miglior aeroporto d’Australia”.
A 750 chilometri di distanza, non è poi cambiato infondo così tanto…
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