domenica 23 settembre 2012

every tear is a waterfall



"C'è sempre qualcuno che spiana la strada, che fa fatica per scavarla, per permettere poi agli altri di percorrerla facilmente" (Zio Tommaso)

Ci sono uomini che sacrificano tutta la loro vita per rendere accessibili cose e conoscenze per tutti che se no sarebbero impossibili. E forse non è un caso che per accedere alla prima magnifica cascata ci sia da attraversare un walk intitolato a Charles Darwin, che anche qui in Australia portò avanti i suoi studi.
Questo è quello che si pensa percorrendo i sentieri di Wentworth Falls, scavati nei pendii della roccia rossa delle Blue Mountain tra i rigagnoli d'acqua che formano meravigliose cascate, tra le felci e le numerose varietà di eucalipti che in lontananza sfumano di blu (questo è l'effetto ottico, minimamente percepibile a dire la verità, creato dall'esalazioni delle piante di eucalipto) il verde di una valle che si distende per chilometri ancora incontaminata, tra pappagalli rossi e kukabarra che volano sfruttando le correnti del vento che ulula tra le piante e che al solo seguire il loro volo con lo sguardo ti fanno provare un gran senso di vertigine.
Sono sentieri meravigliosi, immersi in un paesaggio bellissimo, fatti di scale ripidissime ricavate da blocchi di pietra scolpiti pazientemente dai picconi dei minatori irlandesi agli inizi del novecento per scoprire nuovi passaggi verso un'entroterra rigoglioso quanto impervio da raggiungere.

Tutto questo oggi è a circa due ore da Sydney, raggiungibile con un solo treno dal muso giallo in partenza alle 08.18 da Central.

Non è difficile, guardando un paesaggio del genere sul bordo del cliff dell'Empress Fall o dall'Edinburgh rock, capire perchè le popolazioni del passato avessero una religione animista, e credessero che tutto il mondo fosse una grande anima, dalle piante alle rocce, dall'acqua alla terra. Non è difficile capire neanche quale sia la vera ragione che spinge un uomo a girare il mondo, a mettersi uno zaino in spalla e lasciare tutto alle spalle. E nonostante quest'uomo decida di fare ciò, non vuole dire che non si debba mai guardare indietro. Spesso se ci si volta si vedono le cose da un'altra angolazione, diversa, a volte sorprendente, come se avessimo visto un'altro posto rispetto a quello di dieci secondi prima.
Non è difficile, alla fine, stupirsi di quanto sia stato lungo e incredibile tutta la strada percorsa, riguardare le foto e pensare, "davvero ho fatto tutto questo?".

Quelle rocce, come dei vecchi saggi che hanno visto il mondo per tanti anni, la sanno davvero lunga sulla vita...

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