Tutto ha un prezzo
e un valore.
Le
vacanze di Natale sono ufficialmente iniziate. Per qualcuno. In modo da tenere
monitorati e dare da mangiare ai cavalli, tenere pulita la proprietà e
preparare gli yearlings per la
vendita del 2 Gennaio, lo staff di Yarraman è stato diviso in due turni di
cinque giorni, in cui ognuno ha liberamente deciso se volere spendere Christmas or New Year’s Eve off.
Incredibilmente per un organico di 15 persone non ci sono stati problemi e
ognuno è stato soddisfatto nella propria scelta.
Nonostante
a mezzo regime, comunque, l’ammontare di lavoro non è aumentato anzi il ritmo è
abbastanza soft ed è reso ancora più
lento dal caldo desertico che da ormai una settimana opprime tutta la regione
con punte spesso oltre i 40 gradi.
Ma
c’è qualcosa che turba l’atmosfera festiva e rilassata di questi giorni, e non
sto parlando dei nuvoli indomabili di mosche, a cui è ancora difficile fare
l’abitudine.
Molte
cavalle si stanno ammalando di coliche intestinali, un problema che crea un
anomalo attorcigliamento dell’intestino e una conseguente letale e dolorosa
bolla di gas nel ventre dell’animale e il motivo, per quanto ancora abbastanza
oscuro, sembra essere dovuto al tipo di erba che sta crescendo nella siccità o a
un carico di fieno o di cibo non molto sano. Si stanno vagliando molte ipotesi
e cercando delle soluzioni, ma per ora con scarsi risulatati.
Di
solito, in un anno, la routine è due,
massimo tre casi: a oggi ne abbiamo registrati più di 10 negli ultimi due mesi
di cui la metà nell’ultima settimana.
Fortunatamente
non è difficile individuare una cavalla che inizia ad avere problemi di
coliche: faticando a stare in piedi e a rialzarsi, l’animale si rotola per
terra cercando di ritrovare il giusto appoggio per ritornare sulle quattro
zampe, e una volta riuscitoci cammina lentamente finché dal dolore si
riaccascia di nuovo al suolo.
E’ difficile che un cavallo riesca a riprendersi
completamente naturalmente senza bisogno di un invasivo intervento umano e ciò capita
solo quando la malattia è allo stato iniziale: un rapido e radicale cambio di
alimentazione può essere la soluzione al problema.
Per aiutare nella guarigione non esiste una vera e propria
cura a base di medicinali, ma soltanto una serie di painkillers che rendono la terribile sofferenza leggermente più
sopportabile.
L’unica soluzione che si prospetta in più del 90% dei casi,
però, è l’operazione chirurgica.
Il problema è che questa costa davvero tanti soldi, e così
quando l’ecografia diagnostica senza possibilità di errore la malattia, si è
davanti ad un semplice quanto brutale bivio: se la cavalla vale quei soldi o
più, viene mandata dal veterinario, se no viene soppressa.
Qui in Australia manca spesso il rapporto uno ad uno,
affettivo e speciale con l’animale, che il più delle volte viene semplicemente
guardato come un ammasso di muscoli e banconote.
Molti proprietari, infatti, parcheggiano qui a Yarraman Park
i loro cavalli e li vengono a visitare qualche volta l’anno per valutare i foals appena nati o per qualche vendita.
Molte cavalle, addirittura, sono tenute qui solo per procreare, in ritiro dopo
aver calcato qualche buona pista da corsa o qualche prato verde di un campo di
Polo.
Ovviamente non bisogna generalizzare, ma il mondo dei
cavalli da corsa e dei cavalli in generale è più una vera e propria industria
che un allevamento e come tale è soggetta alla grande domanda di prodotti
sempre più competitivi e alla grande legge dell’usa e getta.
Ciò, a dire il vero, fa la fortuna di molte studs, come la nostra, dove più di 200
cavalli non appartengono alla farm, ma ad altri proprietari che pagano
all’incirca 30-40 dollari al giorno per ogni cavallo.
Facendo un rapido calcolo e sommando il tutto con il prezzo
di ogni monta, che avviene in questo periodo circa una decina di volte alla
settimana, e sottraendo il costo del cibo, del veterinario e dello staff, il solo
ricavo quotidiano di una struttura del genere è notevole.
Ora si può immaginare come il dilagare di casi di coliche
intestinali costituisca un vero problema anche per l’immagine e la fiducia dei
proprietari che lasciano qui i loro cavalli che già da soli valgono davvero una
miniera d’oro.
Per fortuna sette dei dieci cavalli malati valevano la pena
di essere salvati.
La cavalla di Lunedì pomeriggio, dove il nostro racconto si
era interrotto purtroppo non era tra questi. Con le redini al collo e il
piccolino ancora al suo fianco, barcollava, cadeva, si rialzava, spesso
costretta da due o tre calcioni nel sedere. Ora questo può sembrare brutale, ma
in realtà è essenziale tenere il cavallo in piedi, perché, una volta sdraiato a
terra, il gas che fuoriesce dall’intestino si comprime, causando una pressione
dolorosissima sull’addome e sui fianchi.
Essendo impossibile portare via il piccolo dalla propria
mamma con le redini, abbiamo condotto entrambi verso un box non molto lontano, dove viene chiuso il piccolino, ormai
orfano, lasciato per i prossimi due o tre giorni a piangere e ad aspettare
invano il ritorno della mamma. C’è da dire che, anche se un mese per la
crescita di un puledro fa la differenza, a Gennaio i cavallini verranno
comunque separati dalle loro madri, ma il processo sarà comunque meno doloroso in
quanto saranno condotti in un paddock grandissimo, su un soffice e succulento
tappeto di erba, con nuovi amici con cui rincorrersi e annusarsi tutto il
giorno: un gigantesco Campo Estivo per cavalli.
Avevo già visto in Rossgole come veniva soppresso un
cavallo, ma il liquido verde nelle 6 siringhe, non sembrava una overdose di
sonnifero come l’ultima volta. Soprattutto perché la rapidità con cui la
cavalla è caduta a terra è stata impressionante, neanche cinque secondi dopo
l’ultima iniezione. Un tonfo pesante, nel silenzio. Shane si è chinato, le ha chiuso gli occhi, le ha sfilato le redini
e ha tagliato il piccolo collare con la targhetta di plastica con il suo nome.
In un mondo che gira ai livelli più alti sui soldi è
racchiuso, come una matrioska, il
mondo di tutti i lavoratori e gli stallieri, persone che lavorano con
grandissimo amore e passione, che dedicano ogni giorno e la loro vita alla cura
di quegli animali, dalle veglie per controllare le cavalle incinta, al
cambio giornaliero delle bende sulle
gambe dei puledri, dal guidare chilometri per i paddock della proprietà per
riempire di cibo le loro grandi ciotole di plastica al conoscere
incredibilmente il nome e le differenze tra ogni singolo cavallo.
Quel silenzio, davanti all’enorme ammasso inerme di muscoli
e carne, quelle mani tra i capelli, quelli sguardi bassi, sono una immagine che
da sola può far comprendere come in quegli occhi chiusi dalla morte e in quelle
siringhe sia impresso e contenuto un senso di fallimento e di tristezza.
Nella voce ricavi/spese del bilancio di ogni anno, però, ciò
che pesa di più sono le vendite dei cavalli e la nascita dei nuovi puledri. Ma
di questo parleremo nel prossimo post.
P.s. Da Giovedì i tre
orfanelli sono insieme in un piccolo yard, non molto distanti da casa mia,
stanno bene e giocano tutto il giorno, e tutto sommato non se la passano poi
tanto male.
Colgo qui l’occasione per ringraziare e fare gli auguri di
Buon Natale e Buone Feste a tutti coloro che leggono assiduamente o anche di
tanto in tanto questo blog, e che in quattro mesi e mezzo hanno permesso a
questa pagina di essere visualizzata più di 5000 volte.
E anche per ringraziare www.italiansinfuga.com che ha appena pubblicato sul suo sito un mio articolo riguardante i corsi di
formazione per backpackers che vogliono lavorare nelle farm e che,
sponsorizzando questo piccolo diario, racconta anche qualche retroscena che non
è stato descritto in queste pagine.
Questo è il link: http://www.italiansinfuga.com/2012/12/17/corsi-per-lavorare-in-farm-pro-e-contro/
Grazie a tutti! =)
Ho scoperto il tuo blog proprio grazie ad italiansinfuga, qualche settimana fa.
RispondiEliminaMolto interessante, mi spiace un po' per l'assenza di foto, ma credo di sapere il motivo per cui non ne pubblichi.
Buone feste anche a te!