martedì 18 dicembre 2012

La doppia S (sesso e soldi) che fa girare il mondo. (un mese di cacca II)


Parte I: La Monta

“This post is classified M, for Mature audience: it may contain strong sexual references”

I Lunedì sono giornate in cui può capitare di tutto. E’ come se tutte le cose che vorrebbero accadere fremessero dietro la porta della piccola (troppo piccola) gabbia del weekend, aspettando il preciso momento in cui questa si apre, lasciando loro lo spazio per fare a gara a chi raggiunge prima l’immensa distesa della settimana.
Niente come questo Lunedì cade, però, così “a fagiolo” per descrivere l’enorme e folle quantità di soldi che gira qui nel mondo dei cavalli da corsa.
Partiamo da roba forte. Mettete a letto i bambini. Perché verso metà mattinata ho assistito per la prima volta all’ “impollinamento” di una cavalla. Ho cercato la parola più delicata possibile per cercare di introdurre in maniera soft qualcosa che come dice Alina “it’s all but not very romantic”.
Innanzitutto a partire dal verbo utilizzato in inglese: to cover  tradotto letteralmente in italiano è “montare”  (gergo da bar del Venerdì sera) e fornisce perfettamente l’idea della brutalità e dell’assenza di delicati sentimenti della faccenda.
Qui a Yarraman Park abbiamo 4 stalloni che non vengono solo accoppiati con le cavalle della proprietà, ma vengono anche usati, come è capitato Lunedì, per cavalle di altri proprietari che hanno sentito parlare del successo avuto dai precedenti figli di uno di questi o semplicemente trovano il rapporto qualità/prezzo più conveniente che da altre parti.
Non posso, come ho spiegato nel post precedente, dare indicazioni precise sui prezzi, ma posso dire che per una e ogni “montata a buon fine” (cioè con la cavalla che rimane incinta) vengono pagati più di 20mila dollari.
Legalmente la fecondazione artificiale o assistita è proibita per i cavalli da corsa, per una politica di controllo della popolazione equina e di leale concorrenza. Infatti dal prelievo dello sperma di uno stallone si possono cercare di inseminare 4 o 5 cavalle. Il tutto viene svolto, quindi, “naturalmente” e ciò crea un piccolo problema: valendo lo stallone un sacco di soldi (non solo per il valore effettivo del cavallo, ma anche per ogni figlio nato da esso), bisogna fare di tutto perché il sesso sia sicuro e protetto da ogni rischio.
Ma veniamo all’azione!
La cavalla viene portata in uno yard-pagoda a forma ottagonale, al riparo dal sole, vicino ai boxes degli stalloni, insieme al proprio piccolo avuto da circa una ventina di giorni (tanto è il periodo che il povero utero dell’animale può riposare e tanto basta per farla stare tranquilla: le mares, finché vedono e sentono il contatto con il proprio figlio sono cavalli molto pacifici).
Il piccolino viene chiuso in un piccolo spazio tra due gate appena fuori dalla pagoda da dove non può fare altro che osservare tutta la scena. Altro che l’educazione sessuale impartita ai ragazzi e ragazze delle medie o del liceo. E’ come mettere un bambino di tre anni davanti ad  un film di Rocco Siffredi. Non credo che esista uno psicologo per cavalli (anche se l’immagine si compone molto divertente nella mia mente), ma spero, per il loro futuro, che i puledri non siano mentalmente troppo suggestionabili.

Prima di tutto si deve verificare se la cavalla è “in season”, cioè in calore.
Così ecco che, da dietro la quinta, spunta un piccolo muso bianco ed entra in scena l’animale davvero più “sfigato” della terra: il pony stallone.
Il pony-stallion è, come si può intuire dal nome, un pony maschio, più o meno alto un metro, che quando è eccitato sembra camminare veramente su 5 zampe. Ora cosa ci fa un pony-stallion con una cavalla alta più di 2 metri? Il tester. Il povero animale viene fatto eccitare facendolo avvicinare alla cavalla. Se questa lo scalcia via vuol dire che non è in calore, se resta immobile, invece, vuol dire che è pronta per essere fecondata. E così sul più bello, quando sta per rampare in groppa alla cavalla e soddisfare la propria natura, lo stalliere tira le sue redini e lo trascina via a testa china e “ a bocca asciutta”, a volte anche dopo aver preso una bella zoccolata sul muso.
Gli stalloni valgono troppi soldi per rischiare al primo colpo. Questo è anche il motivo per cui si applicano alle zampe posteriori della cavalla un paio di scarponi imbottiti come zavorra in modo che non possa scalciare o ferire in qualche modo il possente e prode guerriero. Che, attenzione, sta per entrare in scena. Ma non prima di un rapido controllo di scartoffie in modo da non commettere errori (gli stalloni valgono ognuno diverse somme) e di aver preparato al meglio la principessa. Prima di tutto, se li ha ancora, vengono tolti i punti post-parto dalla vagina, poi si avvolge la coda in una benda in modo che nessun pelo possa in qualche modo interferire nell’accoppiamento, e infine si spalma una bella palettata di vasellina per rendere il tutto più semplice e lubrificato.
Ed ecco che finalmente fa la sua comparsa l’attore principale, tenuto a freno per le redini, ecco a voi un animale possente, tutto muscoli, maestoso nel portamento e nell’aspetto. Anche la cavalla nel frattempo è tenuta per le redini, e le viene dato come morso un lungo e grosso bastone di plastica, mentre tiene d’occhio ancora il proprio piccolo, incurante dell’arrivo di cotanta possenza.
Tutto tace, tutto è tranquillo. Lo stallone è da una parte della stanza e la cavalla dall’altra, non si guardano nemmeno. Ma ognuno avverte la presenza dell’altro, e lo si nota da un enorme particolare sotto la pancia del maschio.
Piano piano, condotti dagli stallieri, i cavalli si avvicinano. Il guerriero avvicina il muso e inizia ad annusare le mammelle. Per un attimo sembra tornare bambino e quasi cercare il latte materno.  E invece hop! Ecco che improvvisamente si gira e si posiziona dietro la cavalla. Uno stalliere afferra la coda della femmina e la tiene in disparte, l’altro si assicura che tutto si infili dove si deve infilare. Il cavallo rampa con tutto il suo peso sulla schiena della compagna, mostrando in controluce la potenza dei muscoli delle zampe posteriori. La morde sulla criniera, alla base del collo. Si muove leggermente avanti indietro, in principio, ma quasi subito si assesta. E… fatto. Mezzo minuto. Un lungo nitrito lo fa impennare mentre sgroppa dalla compagna e riappoggia le zampe anteriori al suolo. Rapido lo stalliere con un secchio di acqua tiepida in un paio di spruzzi ripulisce il suo lunghissimo pene “d’oro”, e senza neanche un bacio o un banale “ti richiamo” il guerriero esce di scena abbandonando la femmina, che rimane lì, incredibilmente indifferente, come se non avesse mai avuto fino a qualche secondo prima centinaia di chili sulla schiena.
Ora non c’è assolutamente dubbio che gli organi genitali della femmina siano molto elastici negli equini, ma l’assenza di piacere nell’atto sessuale sembra totale, almeno per quanto riguarda la cavalla. Magari è solo un atteggiamento di pudicizia e di timidezza. Ma non credo.
Il godimento nel far sesso è una cosa che non viene messa tanto in luce nel considerare l’evoluzione della specie, ma in realtà il piacere sessuale e il sesso per il piacere è una delle cose che ci distingue di più dagli animali e sicuramente è stata una grande conquista nel corso del passaggio evoluzionistico. Svolgerò ricerche più dettagliate, se qualcuno fosse così interessato all’argomento.
Ma mentre ci perdiamo in queste considerazioni, la cavalla ha già lasciato la stanza con il suo piccolo e un’altra è condotta nella pagoda.
Da Novembre a Gennaio, infondo, qui è periodo di monta, non so se per un fatto naturale o per far combaciare la crescita dei futuri puledri che nasceranno tra 11 mesi con le grandi aste che si tengono in tardo Autunno (Aprile), ma penso che le due cose possano essere facilmente collegate.

Comunque se la mattina abbiamo celebrato il probabile inizio di una vita, il pomeriggio abbiamo dovuto assistere alla fine di un’altra. E anche lì chi governa il gioco sono i soldi…

Ma il racconto proseguirà dopo la pausa pizza. Martedì, infatti, è stato ribattezzato “pizza-day” in quanto da Eagles Boy,  in Scone, c’è l’offerta a 7.90 dollari per la Ham and chees.
 Qui una pizza margherita, e questi prezzi scandalosi li posso dire tranquillamente, non costa meno di 10 dollari (take away) e una prosciutto o qualcosa di un po’ più fantasioso dappertutto è servita ad una media di 15/16 dollari. Ma dove siamo IN COPPA AL VOMERO?

1 commento:

  1. Ciao Gabry,
    ancora complimenti per il blog (e per la dovizia di particolari nelle descrizioni qui sopra, ahahahah)

    Un mio amico è stato in Norvegia la scorsa estate, lì una margherita costa l'equivalente di 25 €!!! (30 AU$)

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