Parte I: La Monta
“This post is
classified M, for Mature audience: it may contain strong sexual references”
I Lunedì sono giornate in cui può capitare di tutto. E’ come
se tutte le cose che vorrebbero accadere fremessero dietro la porta della
piccola (troppo piccola) gabbia del weekend, aspettando il preciso momento in
cui questa si apre, lasciando loro lo spazio per fare a gara a chi raggiunge
prima l’immensa distesa della settimana.
Niente come questo Lunedì cade, però, così “a fagiolo” per
descrivere l’enorme e folle quantità di soldi che gira qui nel mondo dei
cavalli da corsa.
Partiamo da roba forte. Mettete a letto i bambini. Perché
verso metà mattinata ho assistito per la prima volta all’ “impollinamento” di
una cavalla. Ho cercato la parola più delicata possibile per cercare di introdurre
in maniera soft qualcosa che come
dice Alina “it’s all but not very romantic”.
Innanzitutto a partire dal verbo utilizzato in inglese: to cover tradotto letteralmente in italiano è “montare”
(gergo da bar del Venerdì sera) e fornisce
perfettamente l’idea della brutalità e dell’assenza di delicati sentimenti
della faccenda.
Qui a Yarraman Park abbiamo 4 stalloni che non vengono solo accoppiati
con le cavalle della proprietà, ma vengono anche usati, come è capitato Lunedì,
per cavalle di altri proprietari che hanno sentito parlare del successo avuto
dai precedenti figli di uno di questi o semplicemente trovano il rapporto
qualità/prezzo più conveniente che da altre parti.
Non posso, come ho spiegato nel post precedente, dare
indicazioni precise sui prezzi, ma posso dire che per una e ogni “montata a
buon fine” (cioè con la cavalla che rimane incinta) vengono pagati più di
20mila dollari.
Legalmente la fecondazione artificiale o assistita è
proibita per i cavalli da corsa, per una politica di controllo della
popolazione equina e di leale concorrenza. Infatti dal prelievo dello sperma di
uno stallone si possono cercare di inseminare 4 o 5 cavalle. Il tutto viene
svolto, quindi, “naturalmente” e ciò crea un piccolo problema: valendo lo
stallone un sacco di soldi (non solo per il valore effettivo del cavallo, ma
anche per ogni figlio nato da esso), bisogna fare di tutto perché il sesso sia
sicuro e protetto da ogni rischio.
Ma veniamo all’azione!
La cavalla viene portata in uno yard-pagoda a forma
ottagonale, al riparo dal sole, vicino ai boxes degli stalloni, insieme al
proprio piccolo avuto da circa una ventina di giorni (tanto è il periodo che il
povero utero dell’animale può riposare e tanto basta per farla stare
tranquilla: le mares, finché vedono e
sentono il contatto con il proprio figlio sono cavalli molto pacifici).
Il piccolino viene chiuso in un piccolo spazio tra due gate appena fuori dalla pagoda da dove non
può fare altro che osservare tutta la scena. Altro che l’educazione sessuale impartita
ai ragazzi e ragazze delle medie o del liceo. E’ come mettere un bambino di tre
anni davanti ad un film di Rocco
Siffredi. Non credo che esista uno psicologo per cavalli (anche se l’immagine
si compone molto divertente nella mia mente), ma spero, per il loro futuro, che
i puledri non siano mentalmente troppo suggestionabili.
Prima di tutto si deve verificare se la cavalla è “in season”, cioè in calore.
Così ecco che, da dietro la quinta, spunta un piccolo muso
bianco ed entra in scena l’animale davvero più “sfigato” della terra: il pony
stallone.
Il
pony-stallion è, come si può intuire dal nome, un pony maschio, più o meno alto
un metro, che quando è eccitato sembra camminare veramente su 5 zampe. Ora cosa
ci fa un pony-stallion con una cavalla alta più di 2 metri? Il tester. Il povero animale viene fatto
eccitare facendolo avvicinare alla cavalla. Se questa lo scalcia via vuol dire
che non è in calore, se resta immobile, invece, vuol dire che è pronta per
essere fecondata. E così sul più bello, quando sta per rampare in groppa alla
cavalla e soddisfare la propria natura, lo stalliere tira le sue redini e lo
trascina via a testa china e “ a bocca asciutta”, a volte anche dopo aver preso
una bella zoccolata sul muso.
Gli
stalloni valgono troppi soldi per rischiare al primo colpo. Questo è anche il
motivo per cui si applicano alle zampe posteriori della cavalla un paio di
scarponi imbottiti come zavorra in modo che non possa scalciare o ferire in
qualche modo il possente e prode guerriero. Che, attenzione, sta per entrare in
scena. Ma non prima di un rapido controllo di scartoffie in modo da non
commettere errori (gli stalloni valgono ognuno diverse somme) e di aver
preparato al meglio la principessa. Prima di tutto, se li ha ancora, vengono
tolti i punti post-parto dalla vagina, poi si avvolge la coda in una benda in
modo che nessun pelo possa in qualche modo interferire nell’accoppiamento, e infine
si spalma una bella palettata di vasellina per rendere il tutto più semplice e
lubrificato.
Ed ecco che finalmente fa la sua comparsa l’attore
principale, tenuto a freno per le redini, ecco a voi un animale possente, tutto
muscoli, maestoso nel portamento e nell’aspetto. Anche la cavalla nel frattempo
è tenuta per le redini, e le viene dato come morso un lungo e grosso bastone di
plastica, mentre tiene d’occhio ancora il proprio piccolo, incurante dell’arrivo
di cotanta possenza.
Tutto tace, tutto è tranquillo. Lo stallone è da una parte
della stanza e la cavalla dall’altra, non si guardano nemmeno. Ma ognuno
avverte la presenza dell’altro, e lo si nota da un enorme particolare sotto la
pancia del maschio.
Piano piano, condotti dagli stallieri, i cavalli si
avvicinano. Il guerriero avvicina il muso e inizia ad annusare le mammelle. Per
un attimo sembra tornare bambino e quasi cercare il latte materno. E invece hop! Ecco che improvvisamente si gira
e si posiziona dietro la cavalla. Uno stalliere afferra la coda della femmina e
la tiene in disparte, l’altro si assicura che tutto si infili dove si deve
infilare. Il cavallo rampa con tutto il suo peso sulla schiena della compagna,
mostrando in controluce la potenza dei muscoli delle zampe posteriori. La morde
sulla criniera, alla base del collo. Si muove leggermente avanti indietro, in
principio, ma quasi subito si assesta. E… fatto. Mezzo minuto. Un lungo nitrito
lo fa impennare mentre sgroppa dalla compagna e riappoggia le zampe anteriori
al suolo. Rapido lo stalliere con un secchio di acqua tiepida in un paio di
spruzzi ripulisce il suo lunghissimo pene “d’oro”, e senza neanche un bacio o
un banale “ti richiamo” il guerriero esce di scena abbandonando la femmina, che
rimane lì, incredibilmente indifferente, come se non avesse mai avuto fino a
qualche secondo prima centinaia di chili sulla schiena.
Ora non c’è assolutamente dubbio che gli organi genitali
della femmina siano molto elastici negli equini, ma l’assenza di piacere
nell’atto sessuale sembra totale, almeno per quanto riguarda la cavalla. Magari
è solo un atteggiamento di pudicizia e di timidezza. Ma non credo.
Il godimento nel far sesso è una cosa che non viene messa
tanto in luce nel considerare l’evoluzione della specie, ma in realtà il
piacere sessuale e il sesso per il piacere è una delle cose che ci distingue di
più dagli animali e sicuramente è stata una grande conquista nel corso del
passaggio evoluzionistico. Svolgerò ricerche più dettagliate, se qualcuno fosse
così interessato all’argomento.
Ma mentre ci perdiamo in queste considerazioni, la cavalla
ha già lasciato la stanza con il suo piccolo e un’altra è condotta nella
pagoda.
Da Novembre a Gennaio, infondo, qui è periodo di monta, non
so se per un fatto naturale o per far combaciare la crescita dei futuri puledri
che nasceranno tra 11 mesi con le grandi aste che si tengono in tardo Autunno (Aprile),
ma penso che le due cose possano essere facilmente collegate.
Comunque se la mattina abbiamo celebrato il probabile inizio
di una vita, il pomeriggio abbiamo dovuto assistere alla fine di un’altra. E
anche lì chi governa il gioco sono i soldi…
Ma il racconto proseguirà dopo la pausa pizza. Martedì, infatti, è stato ribattezzato “pizza-day” in
quanto da Eagles Boy, in Scone, c’è
l’offerta a 7.90 dollari per la Ham and
chees.
Qui una pizza
margherita, e questi prezzi scandalosi li posso dire tranquillamente, non costa
meno di 10 dollari (take away) e una prosciutto o qualcosa di un po’ più
fantasioso dappertutto è servita ad una media di 15/16 dollari. Ma dove siamo
IN COPPA AL VOMERO?
Ciao Gabry,
RispondiEliminaancora complimenti per il blog (e per la dovizia di particolari nelle descrizioni qui sopra, ahahahah)
Un mio amico è stato in Norvegia la scorsa estate, lì una margherita costa l'equivalente di 25 €!!! (30 AU$)