sabato 12 gennaio 2013

L’ultima magia di David Copperfield




Finale thriller nell’Hunter Valley. Giovedì pomeriggio, sotto il sole cocente dei 41 gradi delle tre del pomeriggio, quando il tramonto stava per calare sul mio penultimo giorno di lavoro a Yarraman Park ne stavo per combinare una così grossa che per come è andata ho esaurito tutta la fortuna possibile e non avrò mai più speranze di vincere al Lotto per tutta l’esistenza.

Come ogni pomeriggio si stava finendo di pulire tutti gli yard. Quello di Magical miss, la cavalla-celebrità che vale tanti tanti soldi, era uno degli ultimi, vicino ai sei boxes della stalla centrale, nel mezzo dell’intera tenuta. Preso già dai pensieri della Gold Coast e delle vacanze ho aperto un po’ più distrattamente del solito il cancelletto e zoom! In un attimo la cavalla è schizzata fuori.
Ora c’è da dire che punto primo la Signora ha appena avuto una operazione chirurgica quindi non deve assolutamente correre e deve stare a riposo, e secondo che non aveva minimamente alcuna briglia addosso, quindi era in totale libertà e fuori controllo.

Panico più totale!
La cavalla ha iniziato a correre più lontano. Ma non ci ha messo molto ad accorgersi che il suo piccolino era rimasto nello yard e non la stava seguendo. Panico anche per lei! Tutti in panico!
La cavalla che correva a vuoto, il piccolo che girava intondo e scalciava perché non trovava la mamma, io che tentavo di bloccare sta montagna immensa aprendo tutti i gates degli yard circostanti per provare a intrappolarla e bloccarla da qualche parte e Alina, da cinque metri di distanza, chiusa nel box di un altro cavallo della stalla lì vicino:
“ GABEEEE! HEAD COLLAR! HEAD COLLAR!” con una tonalità non definita nel sistema temperato occidentale.
Il collare con cui conduciamo i cavalli e una specie di museruola senza morso a cui è attaccato con un piccolo gancio una piccola fune che serve per trainare il cavallo. Ogni quad bike ha il proprio. E così anche il mio. Ma quel pomeriggio….

“oK, ok, non ti agitare, buona, buona… ecco adesso vengo lì e torniamo nello yard… piano piano eh.. no, non fare così… non correre! No no no… buona… ecco ci siamo, buona buona. Due metri, passi lenti, con calma: C…. MA QUI C’E’ SOLO LA FUNE E NON C’E’ IL COLLARE!!! ALINAAAAAA!!! HELP! HELP!!!”

Mentre stavo già perdendo pigmenti di abbronzatura in viso e diventando color latte, incredibilmente la cavalla si è infilata nel lato sinistro all’esterno del rettangolo della staccionata, che termina in un vicolo cieco chiuso da una casetta degli attrezzi.

“Ok… man up!” Mi piazzo davanti all’entrata con le braccia spalancate, e tipo Gandalf nel Singore degli Anelli penso “Da qui non puoi passare!”
Basterà a fermare una bestia così grossa totalmente fuori di sé?

“ALINAAAAAA QUICK PLEASE”
Ma la cavalla improvvisamente gira la testa verso destra e ritrova d’un tratto il muso del proprio piccolo. Si calma un pochettino. Ci avviciniamo. Piano, piano. Le infiliamo finalmente l’ head-collar e con sollievo di tutti la riconduciamo indietro sana e salva.

Il tutto dura circa 3 minuti e mezzo nel tempo normale, 3 ore e mezza nella mia testa. Tutto al centro esatto della pianura, con tutti in giro a lavorare, in uno spot visibile da centinaia di metri di distanza, dall’ufficio, dai paddock, dalla stazione, dappertutto!  Tutto con urla e nitriti a decibel spropositati nel silenzio più totale.
Nessuno si è accorto di nulla… incredibile!

Penso comunque che molta colpa per tutto ciò sia da attribuire al caldo atroce che fa bollire il cervello. L’estate più calda della storia australiana non risparmia nessuna città e la bolla che era sopra il South Australia ora è proprio sopra di noi: oggi ci sono 45 gradi, si evapora!
Lunedì mattina, sotto forma solida o aeriforme, prenderemo il treno per Sydney e inizieremo il lungo viaggio che ci porterà nel paradiso della costa del Pacifico, fin su a Cairns dove termineremo il 4 Febbraio. Sicuramente il periodo migliore per dirigersi verso l’Equatore!

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