sabato 19 gennaio 2013

My Paradise by Bus II


Surfers Paradise

“La Gold Coast è un arco di 40km di spiagge da surf, ristoranti, motel e strutture ricettive.
Il cuore chiassoso e scintillante della costa è Surfers Paradise, dove i palazzi a ridosso della spiaggia sono così alti da lasciarne gran parte in ombra nel pomeriggio. Ciò, tuttavia, non sembra importare molto poiché anche se la sabbia calda e le onde vengono ancora spacciate come le principali attrazioni della Gold Coast, oggi sono solo lo scenario per i divertimenti creati ad arte: nightclub, parchi a tema, campi da golf, botique e un casinò fuori misura…”

Questo breve estratto della mia guida sulla Australia della Nationl Geographic riassume in pieno questa Miami del Pacifico, che negli ultimi cinquanta anni ha alzato al cielo almeno una ventina di hotel-grattacielo tra la lunghissima costa del pacifico e i canali del Nangaroo River che costeggia tutto il lato ovest della penisola prima di tuffarsi nel mare.
Passare da Byron Bay al cuore della Gold Coast, nonostante la sola ora e mezza di autobus, è come trasferirsi in tutt’altra parte del mondo. Nonostante alla base ci sia sempre la solita mentalità easy, Surfers Paradise è il posto per il surfista fighetto con migliaia di negozi scintillanti di insegne della moda più costosa nel campo (Billabong, Quicksilver, etc…), pieno di locali e localini, di PR in giro per le strade a vendere prevendite per le serate, e di backpackers che spendono l’intera giornata a dormire negli ostelli per essere pronti alle nove di sera a iniziare la lunga e alcolica maratona fino all’alba.
Nonostante ciò, Surfers riesce ad essere anche un posto di vacanza per famiglie, pieno di ogni confort e di qualunque cosa per soddisfare ogni tipo di necessità per qualunque età(la mega sala-giochi e l’insegna del mini-golf mi hanno fatto scendere una lacrimuccia pensando alla piccola e sempre cara Cattolica).

Anche io e Alina ieri ci siamo uniti alla “notte giovane”. Con una prevendita di 50 euro (che ci ha permesso tra l’altro di avere un sacco di sconti per il cibo all around) abbiamo girato tutta la serata dalle 5 e mezza di mattina per diversi locali.
In 350 siamo salpati per una piccola crociera-disco sul fiume, ci siamo goduti un concerto super tamarro nel pub più grande della città e abbiamo finito ballando e brindando in una delle più importanti discoteche, il Bluish, (un buco stile Hollywood di Milano).
 Le prime luci dei grattacieli all’imbrunire che si riflettono a zigzag nel piccolo moto ondoso della barca sono uno spettacolo che vale da solo il biglietto.
Ma per la serie “Persone in viaggio” ecco una piccola conversazione tradotta avuta tra un ragazzo Brasiliano  e Alina:

B: ehi,  mi piacerebbe avere una ragazza tedesca perché mi piace la lingua! Dove dormi stasera?
A: nel mio ostello…
B: beh puoi dormire a casa mia! I  really need a German hug!
A: penso che il mio ragazzo poi diventi un pochino geloso
B: chi è il tuo ragazzo?
Dopo che mi vede, da buon “tota gioia tota beleza”, viene da me e mi abbraccia e poi ci abbraccia tutti e due, e:
B: ok, se volete possiamo fare una cosa a tre stanotte!
G: what? (e visto che iniziava a diventare un po’ appiccicoso) dai adesso ne parliamo e ti facciamo sapere…
B: ok, ma mi raccomando. Io ve l’ho proposto per primo! Non lo fate con nessun altro…

Lo abbiamo perso in giro per le varie discoteche e pub, ma penso che alla fine scherzasse. L’atmosfera era abbastanza giocosa e ognuno andava in giro con dei pallini verdi o gialli o rossi a seconda che fosse rispettivamente single, “avventuroso” o assolutamente fidanzato. E ovviamente noi eravamo in giro entrambi con un pallino verde.
Quando qualcuno se la cerca…

foto: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.303312029771641.49617.294967610606083&type=3


Un assaggio di Brisbane…

Un pomeriggio non è mai abbastanza per girare una città ed è a malapena sufficiente per farsi un’idea, questo è vero, soprattutto per la capitale dello stato del Queensland, Brisbane. E non per le dimensioni (non grandissime) del centro, ma per il fatto che è impossibile riuscire a decidersi se quella che si ha davanti sia una bella città oppure no.
Vista da fuori, il suo skyline non è paragonabile a quello scintillante della Gold coast, ma sembra piuttosto progettato da un ingegnere della Lego, con le forme austere di solidi geometrici e i colori opachi.
Anche lo scorcio che si ha all’imbrunire da Kangaroo Point, una piccola collina con i bordi verticali a scogliera, per quanto sia qualcosa di bello, non toglie propriamente il fiato.
Ma tutta altra cosa è quando ci si cammina in mezzo. Edifici più bassi e storici compaiono come piccoli funghi tra la foresta di cemento, e tra le strade perfettamente ordinate e pulite musicisti di strada riempiono con la loro musica il vuoto lasciato dai cittadini in vacanza.
Brisbane, infatti, non è sul mare, ma è leggermente all’interno sulle rive del fiume, circondata da basse colline verdissime, che comunque non offrono un paesaggio particolare.
Ciò che colpisce di Brisbane risulta così essere la volontà di rendere bella dal punto di vista umano e di vivibilità la città. Esattamente E ciò lo si nota soprattutto sulla riva opposta al centro-città dove diversi musei e il grande teatro centrale sono immersi in viali di fiori rosa tra passerelle di legno in piccoli giardini di foresta sub-tropicale e le griglie pubbliche per il barbecue.
 Un piccolo favoloso fiumiciattolo artificiale si allarga in due piscine dove i bambini si divertono a nuotare o a costruire piccole dighe coi sassi, e dove ognuno può trovare refrigerio sotto i 35 gradi del giorno.
Il tutto è circondato da un serpente di piste ciclabili percorso ininterrottamente da una marea di runners in perfetto accordo con lo spirito salutare e ultra-sportivo australiano e dalle tende del mercato artigianale dove si può trovare di tutto, dai vestiti, ai manufatti aborigeni, dai massaggi cinesi alle chiromanti, dai bracciali e braccialetti ad una bancarella specializzata in magneti per il frigorifero.
Come a Sydney il centro città comprende, sulle rive del fiume, il bellissimo giardino del Botanical Garden creato dall’intreccio di varie piante sub-tropicali, che cancellano con il loro profumo qualunque traccia di smog. Ma a differenza di Sydney, Brisbane non soffre della cronico garbuglio di traffico e mezzi pubblici della capitale del New South Wales che a confronto appare meno ordinata e più caotica.
Ciò che bisognerebbe prendere dalla moderna urbanistica australiana è questo sapiente uso degli spazi dove la verticalità dei grattacieli non nasce per carenza di terra, ma per lasciare posto il più possibile, anche e soprattutto nel cuore della city, a parchi e a luoghi di uso comune.
Città così avrebbero bisogno di essere vissute per poter dare un giudizio, ma il tempo stringe ed è ora di lasciare i grattacieli e procedere nell’incanto dei tropici.

foto: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.303313413104836.49618.294967610606083&type=1

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