"Puzzi
come una vacca!" o " sei fastidioso come una mosca" sono forse
le frasi più scortesi da dire a qualcuno e lo si capisce solo vivendo in
campagna.
Finiti
di marchiare i più di 5800 agnellini nati in giro per i trenta paddock e più di
Rossgole, si è passati al branding dei vitellini, lavoro da 007.
Così
è stata più o meno l'introduzione di Hayley:
"Be
careful and quick: they kick, and they can break you an arm, or a leg, or both,
or your head!"
Avevo
già preso un paio di calcioni da una mucca a Coonabarabran, ma non mi ricordavo
che questi animali fossero così pericolosi e imprevedibili.
Si
raduna la cattle in uno yard abbastanza grande, poi si dividono
le mucche dai vitellini, e si fanno passare quest'ultimi per un corridoio
strettissimo, spingedoli da dietro a bastonate e tirandogli la coda per farli
avanzare. (non c'è da stupirsi che si incazzino!).
Una
volta giunti alla fine del corridoio di staccionata, si apre il piccolo
cancelletto e quando il vitellino esce piano piano (certo non di sua spontanea
volontà) Frank lo immobilizza in una piccola gabbia metallica.
Veloce
check se è female or male, tag nell'orecchio, vaccino e poi
bom! si ribalta a terra la gabbia con il vitellino dentro. Se è maschio si
procede con la castrazione (ovviamente e rigorosamente con un bel
coltellaccio), mentre io sono addetto a tenere ferma la gamba scalciante del
povero malcapitato, se no si passa direttamente alla marchiatura a fuoco. Tre
bastoni di ferro sono tenuti in un piccolo fornelletto a gas, uno con le
iniziali della proprietà e gli altri due con differenti numeri a seconda che
sia un piccolo toro o una mucca.
Con
una gamba sopra il vitellino chiuso nella gabbia, urlante e "cagante"
a più non posso (è un lavoro che richiede molte paia di pantaloni...), con
forza si imprime il marchio nella pelle dell'animale, mentre l'odore di carne
bruciata aleggia tra i tornado di mosche che provano ad infilarsi in bocca, nel
naso, nelle orecchie, negli occhi, etc...
Certo
non è un lavoro tranquillo come la caccia al maiale selvatico.
Nelle
notti possibilmente senza vento e senza luna piena di Rossgole, è facile
trovare in giro per i piccoli boschetti di eucalipto Kevin che porta a spasso i
suoi cani da caccia per il pig hunting.
Tutto
quello che bisogna fare in questo caso è stare seduti comodamente in macchina e
girare e girare, finché i cani, dal retro del pick-up, fiutano qualcosa
e si lanciano all'inseguimento. Nel buio silenzioso della notte le piccole
lucine dei collari scompaiono e riappaiono come lucciole impazzite, costantemente
monitorate dal segnale GPS della sofisticata ricetrasmittente che segnala ogni
secondo a quanti metri e in quale direzione si trova il segugio, finché con un
monotono segnale acustico segnala che questi hanno trovato la preda.
Il
segnale acustico comunque non è necessario: l'urlo della scrofa è lancinante e
disperato mentre i cani "per istinto naturale" (ipse dixit) dilaniano
il collo della preda uccidendola.
In
effetti abbiamo avuto una disavventura simile portando a spasso i cani di
Frank, non appena questi hanno avvistato un canguro. Uccidere i canguri qui è
illegale senza permesso, ma non penso che si potesse fare molto per fermare sei
cani impazziti all'attacco.
Che
siano maiali o canguri, quando il cacciatore arriva sul posto, l'animale è già
bello che morto. Con il canguro non abbiamo potuto fare altro che constatare
l'ora del decesso e mettere un paletto di legno di fianco per permettere a
Frank di ritrovarlo il giorno dopo e di bruciare il corpo. Con i maiali si
infierisce subito sul cadavere ancora caldo con il solito coltellaccio
tagliando via le gambe e le parti più succulente ( in Australia il detto
"del maiale non si butta via niente non esiste).
"Can
u keep it please?"
E
così eccomi lì, nel mezzo della notte, con due gamboni di maiale selvatico
ancora caldi tra le mani...
Comunque
sembra che io non faccia poi così tanto schifo come fattore: Frank ha deciso di
tenermi a lavorare per almeno altre due settimane. La mia
expallavolistabiondacongliocchiazzurrimezzatedescamezzafinladesemezzagnocca
collega, invece, domani cambia farm e va a lavorare sempre qui vicino in un
posto dove curano i cavalli da corsa.
Qui
impazziscono per l'ippica e per il polo.
In
questi giorni in Melbourne c'è la corsa di cavalli più grande e famosa
d'Australia, un po' come il palio di Siena da noi. Un evento grandissimo e da
non perdere per gli appassionati...
Dovrei
giocare a fare il proprietario terriero anche questo weekend, ma sono
abbastanza distrutto da due giorni intensi in cui ho dovuto pulire chilometri e
chilometri di grondaie, appeso ad una scala e arrampicato sui tetti di roventi
di lamiera.
Divano,
film, divano, e se smette di essere nuvoloso un tuffo in piscina.
Infondo
per raggiungere gli 88 giorni di farm validi per il visto, ne mancano ancora
60...
P.S.
Questo post e' stato pubblicato in ritardo per alcuni problemi come: perdite massicce d'acqua nella macchina che hanno quasi causato la fusione del motore, galline in fuga, connessione a internet assente, blackout della rete elettrica, sfondamento misterioso della gabbia dei cani e rottura dei guanti da lavoro. Terribile weekend...
Ma quindi del maiale gli australiani scartano le gambe?
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