mercoledì 1 maggio 2013

Ai confini del mondo



Nuvole e montagne
e montagne come nuvole
Il mio orizzonte si confonde
nel silenzio di un pensiero.

Dio, se c’è, è al di là di quei colori
dove il giorno lentamente si addormenta
Rimboccando il suo sorriso
nella sua coperta scura.

Terra e mare, mondi sconosciuti
custodiscono il mio cuore
nello scrigno argenteo della luna
e batton la mia mente in una forgia.

Così sul metallo umido,
nell’incendio di un tramonto
Il respiro dice: esisto.
1.4.2013

“Pink at twilight sailors’ delight, pink in the morning sailors’ warning”

Non c’è bisogni di urli metafisici su ponti sbilenchi scandinavi per vedere un cielo come quello del famoso Urlo di Munch. Là sulle colline selvagge della penisola di Cape York, dove persino gli americani hanno fatto test su bombe non nucleari e dove gli hippy possono liberamente vivere in piccolissime comunità e coltivare campi e campi di marjuana, il sangue scorre comunque nelle vene dell’orizzonte. Il cielo lassù, sempre più vicini all’equatore, ha rubato le pennellate turbinanti di Van Gogh e i colori violenti delle avanguardie, ha dipinto nelle nuvole una nuova Cappella Sistina, ha ridicolizzato l’Etna e il Vesuvio rendendole magma, lapilli, colate laviche sospese sopra i miei occhi attoniti. Questo è lo spettacolo senza pari dei tramonti della Angelina Star, dove l’occhio di Dio, scappato dal frastuono delle città, fa capolino compiaciuto per dare uno sguardo allo spettacolare panorama che ha creato.
Il mare come uno specchio imperfetto riflette confuso tutto questo spettacolo e invidioso prova a copiare ciò che vede lassù.
La terra e il cielo, dopo essersi confusi a vicenda per tutto il giorno, si separano sui contorni neri delle colline, dove il sole sprofonda lentamente chiudendo il sipario in un frastuono di luce. Così, come un bambino si rimbocca lentamente le coperte in una notte d’inverno fino a coprirsi totalmente la faccia, la notte avanza silenziosa da Est, a poco a poco, nel respiro del vento, spegne la luce.
I miei occhi ancora rimbombano di quei colori, stipendio milionario per l’anima.

La natura davvero ha mostrato i suoi spettacoli migliori e come un prestigiatore ha fatto apparire dall’acqua ad ogni alba decine di delfini e di squali, che aspettavano impazienti i pesci di scarto ributtati in mare dalla nave. Veloci affiorano allora in superficie, facendo a gara con gli uccelli a chi per primo conquista la sudata colazione.

Ma là sull’isola c’è un coccodrillo!
Noi italiani siamo abituati a pensare al “coccodrillo come fa”, un animale buffo che piange e su cui è bello scherzare e avere qualche pupazzetto in camera.
Il coccodrillo di acqua salata, che può arrivare a diversi metri di lunghezza, è uno degli animali più pericolosi e letali al mondo.

“Qualcuno sopravvive al morso di uno squalo, magari senza un braccio o una gamba. Nessuno sopravvive se un coccodrillo lo afferra”.

Silenzioso come un ladro professionista, aspetta paziente la preda a pelo d’acqua, apparendo come un innocuo bastoncino di legno disperso nell’oceano. La osserva, la studia, spesso per diversi giorni, fino a che con la sua rapidità, incredibile nei primi metri di scatto, la sorprende, la afferra coi denti e la trascina in acqua dove non ha più scampo.
Problema abbastanza serio quello dei coccodrilli nel nord Australia dopo la legge degli anni 70-80 per la loro salvaguardia che impedisce a chiunque di ucciderli. Dopo 30 anni e più di libera riproduzione ora quei rettili antichissimi infestano le acque di tutti i fiumi e golfi dove i bambini qualche anno prima facevano tranquillamente il bagno e dove ora nessuno si azzarda più neanche a puciare i piedi. Si sono spinti fino alle città, a Cairns e a Darwin soprattutto, dove nell’ultimo periodo si sono registratediverse aggressioni. Sui giornali e tra l’opinione pubblica impazza la polemica per l’abolizione della legge e l’apertura di una nuova massiccia caccia al coccodrillo, per garantire la sicurezza e la vivibilità del Northen Territory e del Queensland settentrionale, e tutti con il fucile in braccio si aspetta l’ok del governo per una nuova ondata di borsette e portafogli a ChinaTown.

Nella prima notte in cui eravamo sul fiume al riparo del ciclone, un farmer della zona è venuto a farci visita su una barchetta per comprare una scatola di gamberi.

“State attenti. Si aggira qui un coccodrillo capace di saltare fuori dall’acqua per più di 3 metri!”

Non è simpatico svegliarsi di notte per andare a urinare a bordo barca (il bagno per regola era utilizzabile solo per bisogni solidi), quando sai che lì attorno potrebbe esserci uno di quei lucertoloni e la distanza dalla superficie non arriva neanche al metro.
A Margaret Bay ce n’era uno che ci aspettava ogni mattina, simpaticamente sguazzando tra le onde, ci accoglieva dopo le notti di gran pesca e Capitano, chiamandoci a raccolta a poppa, non perdeva l’occasione per raccontarci le tante storie che parlavano di coccodrilli e delle loro vittime o di vedovi disperati che per vendetta andavano in giro ammazzando gli animali che avevano portato via sua moglie, incurante delle multe o delle pene. E allora, davvero, povero Capitano Uncino che ha passato l’intera esistenza braccato dal peggior cacciatore gli potesse capitare.
“L’unico modo per salvarti è essere più veloci di loro e infilargli due dita negli occhi”
In questo, purtroppo, Capitano non è riuscito a darci dei  buoni e pratici insegnamenti…

Nonostante nulla vi fosse attorno, le luci della barca erano sufficienti a cancellare gran parte della traccia delle stelle dalla volta del cielo e con mio grande disappunto, erano rare le notti in cui si poteva godere di belle volte stellate.
Le luci erano quelle in lontananza degli altri pescherecci, pianeti strani sulla linea dell’orizzonte, e della luna “meravigliosa tra le nuvole”.
E’ stata una fortuna l’ultima notte, avere quel dannato blackout che, unito ai problemi ai freezers, ci ha costretti a ritornare in porto.
Improvvisamente, come dal nulla, una miriade di puntini bianchi si è accesa tra la sottile nube della Via Lattea, lontana migliaia di chilometri eppure così vicina che sembrava bastasse un salto per afferrarne l’effimera consistenza.
Allora ho visto una stella cadente. E ho davvero pregato che per la mia vita, perché sia sempre piena di tutta quella bellezza.

Nessun commento:

Posta un commento