domenica 5 maggio 2013

Da uno sgrammaticato Diario di Bordo I




Questo è un diario para-psicologico di un ragazzo catapultato su una nave da pesca, esattamente come fosse Marte. E’ stato a lungo il mio unico sfogo, soprattutto nei primi giorni di difficile ambientazione per il forte choc. Dopo 52 giorni lo rileggo sorridendo, sapendo che tutto fa parte dell’esperienza più intensa e avventurosa della mia vita.

Prefazione:
Accontentarsi non  vuole dire farsi andare bene ciò che succede perché, infondo, “potrebbe anche andare peggio”

Accontentarsi significa puntare sempre al 100% della felicità, rischiando tutto, persino la vita, ma nel contempo restare con il cuore aperto e disponibile alla vita e assaporarne ogni istante con gratitudine.
Solamente da te stesso dipende la tua felicità, quindi coltiva ciò che ti rende felice ogni giorno e non ti curare del resto, ma “guarda e passa”
Ci si annoia delle amanti e ci si separa dagli amici, ma le passioni vere ci riempiono e ci accompagnano per tutta la vita.
Ma io, che passione ho?

Primo impatto.

DAY 0
Forse domani si parte, dopo aver aspettato il frigorifero e il ciclo mestruale della moglie del Capitano che gli permettesse un ultima grandiosa notte di sesso.
C’è un ragazzo alto nella ciurma, è un mago coi numeri. Dice che i numeri per lui hanno un suono. Dall’ 1 al 7 e poi l’8 suona come l’1 e il 14 come il 7. Ed è tutta una questioni di suoni nei suoi calcoli. Se il numero suona bene, allora è quello giusto.
La mia camera è piena di riviste pornografiche,  ecco come i pescatori affrontano la solitudine.
Oggi è arrivata la spesa e abbiamo riempito un intero freezer. Sembra che ci sarà da mangiare in abbondanza per i prossimi giorni.
Mi hanno detto che nel 1996 un uomo ha fatto una strage a Port Augusta uccidendo 35 persone. Allora il governo ha fatto una “massive buy-back” di tutte le armi possedute dai cittadini.
Mate ha bevuto un intero sacchetto di goone oggi a cena. Decky mi ha detto “He is a good guy. But don’t fuck with him”. L’ho visto prendere i suoi antidepressivi. Mi ha detto:
“Sai quando vai a letto e la tua testa inizia a vagare tra i pensieri? Queste uccidono i pensieri. E io devo poter dormire”. Lo diceva con una faccia gioconda, con gli occhi dalle pupille grandi e la bocca sorridente, nella forma concava per la mancanza della dentiera.

“Non fischiare mai su una barca. E’ assolutamente vietato. You will call the wind”.


DAY 2
Le nuvole in cielo mi sembrano una flotta di navi da battaglia all’orizzonte ferme quella dannata mattina a Pearl Harbour. La notte è stata calma, solo 2 pescate, una alle 9 e l’altra verso le 5. Quel senso di inutilità e di non essere specialmente importante, che si può fare anche a meno di me.
Mate ha cucinato carne, mais e un broccolo a testa. La Tv coi film è sempre accesa.
Ho guardato la luna dal tetto e mi sono chiesto “avrò fatto bene?” Quanto sono lunghi 2 mesi?”
Il lavoro sembra facile e la compagnia non male, ma ci saranno da imparare un po’ di cose velocemente…

La pescata delle 6 del mattino è stata tragica. Tantissimi gamberetti e urla a destra e a manca. Io ci ho capito poco. Ci si sono messi anche i king prawns che sono uguali agli endeavour solo con una zampa blu in più. Le urla di mate mi trapanavano il cervello.
“Just watch! It’s easy!” “Sort with two hands!” “Quick!”
Adesso devo andare giù e imparare a cucinare la colazione alla australiana. 2 mesi così. Minchia!

Night 2
Penso sia inutile contare i giorni. Qui le cose accadono solo di notte. Le albe sono tramonti e i tramonti sono albe.
La prima pescata very full mi ha colto di sorpresa: tutti che urlavano e una miriade di pesci sul tavolo. “2 HANDS!” “Crea lo spazio! Più spazio!”. Mate si arrabbai come un matto, perde la testa per nulla.
“La merda scende sempre dalla collina” e così Capitano grida a Mate, Mate grida a Decky e io mi prendo le urla di tutti e tre.
“Non riesco a fare il mio lavoro perché devo guardare te, quindi datti una mossa!” Simpatico Mate… Sicuramente non è un maestro paziente, anche quando si è mesos a spiegarmi il nodo per chiudere le reti. Zum zum 4 e 4 8, e più gli chiedevo di farmi vedere lentamente, più accelerava.
E’ solo il terzo giorno, ma già capisco quanto pesante e monotono sarà questo lavoro. Il primo shot è stato uno choc. Il secondo, il terzo e il quarto un po’ meglio. 200 kg oggi. Mate dice “not too bad”, speriamo tanti tanti soldi, almeno quelli.
Oggi abbiamo pescato di tutto. Un sacco di polpi che sono gli unici in grado con i loro tentacoli a poter cercare una via d’uscita per tornare in mare. Gli altri pesci saltano, battono le pinne e la coda, ma non hanno molta speranza. Per ora mi do da fare perché, quelli ancora vivi, ritornino in mare il prima possibile. Un po’ mi sento in colpa ad uccidere tutta quella vita, anche se Mate dice che noi facciamo del bene, perché sfamiamo contemporaneamente un sacco di altri pesci. Certo che ne uccidiamo di pesci che non c’entrano nulla!
Stiamo andando verso nord. Oggi eravamo qualche centimetro a sud di Cooktown.
Oggi sono la Galley bitch: cucino e lavo i piatti. Stamattina ho fatto una figura di merda colossale, quando ho dovuto aprire le uova, le ho aperte a 3 metri di altezza dalla pentola. Sono proprio ignorante in cucina! Mate ha cercato di aiutarmi, sorprendentemente in modo molto più paziente. Di cose nuove da imparare ce n’è un sacco. Ma sarà un lungo lungo lungo viaggio.

Night 3 gone
Abbiamo fatto 250 kg l’altra notte ma per Capitano (Haup qualcosa in tedesco) non sono abbastanza per rimanere nella stessa zona e così siamo diretti ancora più a Nord. Così stanotte dopo aver cucinato pasta e ragù, grande cucina!, siamo andati a letto alle 7 convinti che avremmo iniziato alle 9 e mezza, invece quando ho deciso di schiodarmi dal letto erano le sette della mattina. E’ come entrare in un nuovo fuso orario. 6 ore e mezzo che ho dormito ieri di giorno, più 12 ore stanotte, fanno 18 su 22!
Decky mi ha detto che la sua prima esperienza in 3 mesi ha fatto 17.000 dollari in 3 mesi. (Commento postumo: purtroppo io ne ho fatti molti molti meno, lui era a Torres Strait)
Non posso andare ancora a dormire sono troppo rincoglionito.
Stanotte ho avuto gli incubi che stessero pescando senza di me, cosa impossibile perché ti vengono a tirare giù dal letto di forza, come è successo oggi alle 3 del pomeriggio quando il Pazzo è entrato cristonando in camera mia perché non trovava più il caricatore del cellulare. Ovviamente colpa mia, anche se era nella sua stanza, anche se io ho la mia presa, anche se è stato Decky che l’ha spostata.
Ho fatto comunque un sogno strano. Ho sognato che ero tornato a casa e che me ne pentivo perché avevo dato la mia parola che sarei rimasto sulla barca e avrei guadagnato tantissimi soldi e invece ero lì senza nulla in tasca, a casa.
Così ho passato una buona mezzora a non capire dove mi trovavo. Con gli occhi chiusi ero nel letto di camera mia a Milano, con gli occhi aperti ero nel microbico letto della barca. Non mi sono mai sentito così disorientato.

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