Questo è
un diario para-psicologico di un ragazzo catapultato su una nave da pesca,
esattamente come fosse Marte. E’ stato a lungo il mio unico sfogo, soprattutto
nei primi giorni di difficile ambientazione per il forte choc. Dopo 52 giorni
lo rileggo sorridendo, sapendo che tutto fa parte dell’esperienza più intensa e
avventurosa della mia vita.
Prefazione:
Accontentarsi non vuole dire farsi andare
bene ciò che succede perché, infondo, “potrebbe anche andare peggio”
Accontentarsi significa puntare sempre al 100%
della felicità, rischiando tutto, persino la vita, ma nel contempo restare con
il cuore aperto e disponibile alla vita e assaporarne ogni istante con
gratitudine.
Solamente da te stesso dipende la tua felicità,
quindi coltiva ciò che ti rende felice ogni giorno e non ti curare del resto,
ma “guarda e passa”
Ci si annoia delle amanti e ci si separa dagli
amici, ma le passioni vere ci riempiono e ci accompagnano per tutta la vita.
Ma io, che passione ho?
Primo
impatto.
DAY 0
Forse domani si parte, dopo aver aspettato il
frigorifero e il ciclo mestruale della moglie del Capitano che gli permettesse
un ultima grandiosa notte di sesso.
C’è un ragazzo alto nella ciurma, è un mago
coi numeri. Dice che i numeri per lui hanno un suono. Dall’ 1 al 7 e poi l’8
suona come l’1 e il 14 come il 7. Ed è tutta una questioni di suoni nei suoi
calcoli. Se il numero suona bene, allora è quello giusto.
La mia camera è piena di riviste
pornografiche, ecco come i pescatori affrontano
la solitudine.
Oggi è arrivata la spesa e abbiamo riempito un
intero freezer. Sembra che ci sarà da mangiare in abbondanza per i prossimi
giorni.
Mi hanno detto che nel 1996 un uomo ha fatto
una strage a Port Augusta uccidendo 35 persone. Allora il governo ha fatto una
“massive buy-back” di tutte le armi possedute dai cittadini.
Mate ha bevuto un intero sacchetto di goone
oggi a cena. Decky mi ha detto “He is a good guy. But don’t fuck with him”.
L’ho visto prendere i suoi antidepressivi. Mi ha detto:
“Sai quando vai a letto e la tua testa inizia
a vagare tra i pensieri? Queste uccidono i pensieri. E io devo poter dormire”.
Lo diceva con una faccia gioconda, con gli occhi dalle pupille grandi e la
bocca sorridente, nella forma concava per la mancanza della dentiera.
“Non fischiare mai su una barca. E’
assolutamente vietato. You will call the wind”.
DAY 2
Le nuvole in cielo mi sembrano una flotta di
navi da battaglia all’orizzonte ferme quella dannata mattina a Pearl Harbour.
La notte è stata calma, solo 2 pescate, una alle 9 e l’altra verso le 5. Quel
senso di inutilità e di non essere specialmente importante, che si può fare
anche a meno di me.
Mate ha cucinato carne, mais e un broccolo a
testa. La Tv coi film è sempre accesa.
Ho guardato la luna dal tetto e mi sono
chiesto “avrò fatto bene?” Quanto sono lunghi 2 mesi?”
Il lavoro sembra facile e la compagnia non
male, ma ci saranno da imparare un po’ di cose velocemente…
La pescata delle 6 del mattino è stata
tragica. Tantissimi gamberetti e urla a destra e a manca. Io ci ho capito poco.
Ci si sono messi anche i king prawns che sono uguali agli endeavour solo con
una zampa blu in più. Le urla di mate mi trapanavano il cervello.
“Just watch! It’s easy!” “Sort with two
hands!” “Quick!”
Adesso devo andare giù e imparare a cucinare
la colazione alla australiana. 2 mesi così. Minchia!
Night 2
Penso sia inutile contare i giorni. Qui le
cose accadono solo di notte. Le albe sono tramonti e i tramonti sono albe.
La prima pescata very full mi ha colto di sorpresa:
tutti che urlavano e una miriade di pesci sul tavolo. “2 HANDS!” “Crea lo
spazio! Più spazio!”. Mate si arrabbai come un matto, perde la testa per nulla.
“La merda scende sempre dalla collina” e così
Capitano grida a Mate, Mate grida a Decky e io mi prendo le urla di tutti e
tre.
“Non riesco a fare il mio lavoro perché devo
guardare te, quindi datti una mossa!” Simpatico Mate… Sicuramente non è un
maestro paziente, anche quando si è mesos a spiegarmi il nodo per chiudere le
reti. Zum zum 4 e 4 8, e più gli chiedevo di farmi vedere lentamente, più
accelerava.
E’ solo il terzo giorno, ma già capisco quanto
pesante e monotono sarà questo lavoro. Il primo shot è stato uno choc. Il
secondo, il terzo e il quarto un po’ meglio. 200 kg oggi. Mate dice “not too
bad”, speriamo tanti tanti soldi, almeno quelli.
Oggi abbiamo pescato di tutto. Un sacco di
polpi che sono gli unici in grado con i loro tentacoli a poter cercare una via
d’uscita per tornare in mare. Gli altri pesci saltano, battono le pinne e la
coda, ma non hanno molta speranza. Per ora mi do da fare perché, quelli ancora
vivi, ritornino in mare il prima possibile. Un po’ mi sento in colpa ad
uccidere tutta quella vita, anche se Mate dice che noi facciamo del bene,
perché sfamiamo contemporaneamente un sacco di altri pesci. Certo che ne
uccidiamo di pesci che non c’entrano nulla!
Stiamo andando verso nord. Oggi eravamo
qualche centimetro a sud di Cooktown.
Oggi sono la Galley bitch: cucino e lavo i
piatti. Stamattina ho fatto una figura di merda colossale, quando ho dovuto
aprire le uova, le ho aperte a 3 metri di altezza dalla pentola. Sono proprio
ignorante in cucina! Mate ha cercato di aiutarmi, sorprendentemente in modo
molto più paziente. Di cose nuove da imparare ce n’è un sacco. Ma sarà un lungo
lungo lungo viaggio.
Night 3 gone
Abbiamo fatto 250 kg l’altra notte ma per
Capitano (Haup qualcosa in tedesco) non sono abbastanza per rimanere nella
stessa zona e così siamo diretti ancora più a Nord. Così stanotte dopo aver
cucinato pasta e ragù, grande cucina!, siamo andati a letto alle 7 convinti che
avremmo iniziato alle 9 e mezza, invece quando ho deciso di schiodarmi dal
letto erano le sette della mattina. E’ come entrare in un nuovo fuso orario. 6
ore e mezzo che ho dormito ieri di giorno, più 12 ore stanotte, fanno 18 su 22!
Decky mi ha detto che la sua prima esperienza
in 3 mesi ha fatto 17.000 dollari in 3 mesi. (Commento postumo: purtroppo io ne
ho fatti molti molti meno, lui era a Torres Strait)
Non posso andare ancora a dormire sono troppo
rincoglionito.
Stanotte ho avuto gli incubi che stessero
pescando senza di me, cosa impossibile perché ti vengono a tirare giù dal letto
di forza, come è successo oggi alle 3 del pomeriggio quando il Pazzo è entrato
cristonando in camera mia perché non trovava più il caricatore del cellulare.
Ovviamente colpa mia, anche se era nella sua stanza, anche se io ho la mia
presa, anche se è stato Decky che l’ha spostata.
Ho fatto comunque un sogno strano. Ho sognato
che ero tornato a casa e che me ne pentivo perché avevo dato la mia parola che
sarei rimasto sulla barca e avrei guadagnato tantissimi soldi e invece ero lì
senza nulla in tasca, a casa.
Così ho passato una buona mezzora a non capire
dove mi trovavo. Con gli occhi chiusi ero nel letto di camera mia a Milano, con
gli occhi aperti ero nel microbico letto della barca. Non mi sono mai sentito
così disorientato.
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