Il post del primo mese passato in Australia. Davvero? Wow…
Tutto d’un tratto oggi me ne sono reso conto.
Ritornando a fare visita alle amiche dell’agenzia dei backpackers in Woolloomooloo per
ritirare la posta e per fissare la mia partenza per la farm tra due settimane, Sydney stava usando il massimo dei suoi
poteri di magia illusoria. E’ veramente difficile figure out di essere così
lontani da casa. A volte sembra che il treno che prendi per andare a lavorare
debba fare capolinea per forza a Milano
o non così lontano da essa. E soprattutto oggi, quando invece di far arrivare
la primavera, il tempo sembra tornare indietro alle mie fini d’estate di Agosto
in montagna. Pioggia, vento e un pizzico di malinconia.
Mentre finivo di pagare il corso di addestramento alla farm di metà settembre, di fianco a me,
sentivo parlare con l’altra assistente un ragazzo palesemente italiano. Si può
riconoscere facilmente in mezzo alla miriade d’accenti che incontri per la
città, il maccheronic english
italiano.
Appena arrivato da Bergamo, mi sono sorpreso di essere
abbastanza esperto ormai della città quando mi ha chiesto di dargli qualche
dritta su come trovare una casa e un lavoro. Lì ho realizzato in un secondo: da
quanto sono qui?!
Il nome, però, era forse l’unica cosa che avevano in comune.
Lui è qui con la sua ragazza. Come lo
sono i ragazzi che lavorano alla Vineria e come molti altri. Vedendoli, con un
sorriso un po’ amaro, penso sempre che per loro è molto più facile.
Ed effettivamente lo è se penso alla mia casa dei cuori
infranti che ha come capitano ovviamente me e Audry, la bionda francesina
venuta in Australia per dimenticare il suo ex-ragazzo, ma che ha ottimi
rappresentanti anche nel mio compagno di stanza e Maria, entrambi tedeschi, ed
entrambi con i rispettivi fidanzati/e al di là dell’oceano, e nel fiorentino
Marco che non ho ben capito, ma deve aver avuto una qualche delusione d’amore
qui a Sydney o in giro per l’outback.
L’unica che si salva è Rina, la ragazza cinese, o almeno non
sono molto ben informato sull’argomento per il momento, nonostante si passi
molto tempo tutti quanti insieme a parlare delle proprie sventure.
Qui è come una seconda casa. Un posto dove ogni sera sono
felice di tornare, di sedermi sul divano, di parlare, ridere, di liberare la
mente da ogni problema.
E di problemi ce ne sono parecchi. Come ho già detto qui
l’imprevedibilità è all’ordine del giorno e così se Venerdì scorso ho scritto
un post in cui raccontavo di 3 lavori, oggi dopo una settimana di quei lavori
non è più manco uno.
Mi spiego. La vendita dei contratti sta settimana è stata
assolutamente fallimentare per me. Non so se è sfortuna o pura incapacità, ma
siamo a ben quota zero. Settimana
prossima tutto l’ufficio è in viaggio in giro per l’Australia, qualcuno in
Tasmania, qualcuno a PortMacquarie qui in NSW, ma siccome non me la sentivo di enjoy the roadtrip, soprattutto perché
non ho molti soldi per mantenermi per il momento, sarò ufficialmente
disoccupato. Il bar super trendy nella zona Gay, dopo avermi chiamato Domenica
dicendo di andare lì a lavorare, mi ha richiamato dopo un’ora dicendo di non
andare più perché dovevano “rivedere la scaletta dei turni e che mi avrebbero
richiamato in settimana”. Alla Vineria del signor Enzo, invece, stasera non c’erano
molte prenotazioni, quindi non c’era bisogno di me.
Ma anyway meno
male che ci sono i miei compagni di casa che mi vengono a svegliare dalla
meritata pennichella delle sei di pomeriggio riempiendo le mie orecchie dei
muggiti del digeridoo.
E meno male che a volte si incontrano persone durante il
lavoro, che si fermano a parlare e ti riempiono di storie incredibili che senza
volerlo ti fanno vedere la soluzione più facile per tirarti su il morale, come
il sarto italiano settantenne di Penright
e la sua morale banale quanto vera
“per essere ricchi bisogna essere poveri”. Sempre meglio di quella del
siciliano di Catania che ogni volta che aveva dei problemi con qualcuno gli
puntava un coltello nella pancia. Detto così è fuorviante, ma in realtà
parlando di mafia, anche lui aveva un insegnamento da dare: “se non hai paura,
loro non ti toccano. Se hai paura, te ne fanno di tutti i colori”.
Ma anche in fase di consigli sulla vita a casa sia molto
forniti. C’è un detto cinese infatti sul viaggio che dice più o meno così:
“Ci sono due cose da sapere sul viaggio. La prima è che quando
qualcuno non trova le risposte che cerca a casa sua, le troverà viaggiando. La
seconda è che qualunque errore commetterai durante il tuo viaggio, fa parte del
tuo viaggio e della ricerca di quelle risposte.”
Ma tra una cosa e quell’altra eccoci qua sul divano. Tre
uomini disperati in casa a guardare Le
ragazze del Coyote Ugly, passando il
Venerdì sera a lottare con un lettore DVD ormai andato, troppo stanchi per
uscire, troppo poveri per andare a spendere soldi in un locale, troppo
sentimentalmente soli per non riuscire a staccare gli occhi di dosso allo schermo.
Stasera in Italia dovrebbe vedersi la Luna Blu, comunque.
Qui è ancora tutto coperto, quindi non posso dare alcuna anticipazione per il
momento. Una volta a Milano però mi ricordo di aver visto la luna rossa in un
posto speciale con una persona che era davvero speciale, e che probabilmente
non leggerà mai questo blog.
Non so in effetti quanti in realtà lo stiano leggendo, a
quanti interessa o interesserà quello che ho scritto e scriverò.
Ho una lista molto lunga di persone nella mia testa a cui
penso mentre scrivo queste righe, una lista molto lunga che mi accompagna tutti
i giorni e che anche senza lavoro e senza piani definiti per il futuro mi dà la
forza per cercare di trasformare ogni giorno, anche banale, in una avventura.