mercoledì 15 agosto 2012

the italian job 15.08.2012

Un po' di ferragosto è arrivato anche qui in Australia, dove nonostante anche il centro di cultura italiana lavori a tempo pieno, il tempo si è ricordato della patria lontana e ha concesso già un primo assaggio di primavera con una bella giornata tiepida.

Lasciando perdere le solite conversazioni sul tempo, sfruttando il mio day-off dal lavoro, stamattina ho accompagnato la zia Angela alla Catholic school di Hunter Hills, a un quarto d'ora di distanza da Rozelle, per vedere un po' come funziona il mondo scolastico australiano e presentarmi al preside della scuola, nel caso la Grande Casa Madre del CEO, che coordina l'insegnamento in tutte le scuole cattoliche, decida in un futuro ignotamente remoto di accettare la mia domanda come teacher di italiano, storia, geografia, e qualunque altra cosa io possa insegnare.

Era il giorno della simulazione d'esame per il test finale di italiano della classe dell'ultimo anno di superiori, year twelve, che qui cade un anno prima rispetto all'Italia. Le scuole private qui sono divise in college esclusivamente femminili ed esclusivamente maschili. 
Così, come mi è capitato spesso negli ultimi tre anni, sono capitato in mezzo ad una mandria di donne.
Ma a parte la stranezza di dover insegnare a ventidue anni a delle diciottenni, la cosa che mi ha colpito veramente è come queste ragazze sapessero parlare benissimo italiano, nonostante non avessero nessuno a casa con cui fossero abituate a parlare. Paragonato al modo e al livello di seconda (in questo caso terza) lingua con cui noi italiani, di solito, usciamo da un normale liceo, c'è un abisso troppo netto, di cui un po' mi vergogno a parlare.
La scuola è organizzata in maniera totalmente differente. Ci sono cose che sono incredibili, come ad esempio il fatto che tutti gli allievi hanno un MacBook e l'accesso a internet, con cui studiano, scrivono, prendono appunti, e raramente toccano una penna. Non hanno una aula fissa, ma all'interno dell'istituto c'è una fornitissima biblioteca, e una tv e un proiettore per aula. 
Ci sono altre cose, però, che sono proprio dall'altra parte del mondo, come il primo period di lezione che inizia alle 08.45 e finisce alle 10.04 per poi avere subito un intervallo che finisce alle 10.19. e altri orari imprevedibili e imponderabili da una mente normale.

Come imponderabile era il fatto di ricevere una chiamata ieri per una prova in una vineria come runner, ovvero il cameriere addetto ad apparecchiare, sparecchiare e portare i piatti, senza prendere le comande.
Ringraziando la cara vecchia Sagra della Patata di Oreno, di cui tutti si ricordano la mia leggendaria maglietta gialla, che mi ha permesso di imparare gli elemento base della enologia, come il fatto che il Pinot sia un vino bianco e il Merlot sia rosso, ho ottenuto un lavoro per le sere di Friday e Saturday, ma soprattuto ho finalmente imparato la prestigiosa tecnica per portare quattro piatti in una volta. Una magia arcana destinata a ben pochi iniziati che, come al solito, si è trasformata in cinque secondi in un giochetto da ragazzi, che può fare chiunque abbia almeno tre dita in una mano.

Però fa sempre fare bella figura. Almeno in un futuro, quando cercherò un lavoro come cameriere, potrò far vedere di avere un minimo di nozioni. Non come l'ultima volta quando sono andato alla ricerca disperata di un lavoro come barista e ho montato il latte per il cappuccino come un unico ammasso deforme di bolle.

Ma questa è un'altra storia...

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