Aspettò che tirassi fuori il pc e che lo mettessi in charge poi senza dire nulla con un
passo silenziosissimo si diresse nella stanza accanto, sparendo dal mio
sguardo. La seguì, per cortesia, anche perché ero certo che sarebbe tornata
indietro con un primo scatolone da fotografare. Ma lei era ferma immobile in
mezzo ad una stanza piena di vestiti sparsi da tutte le parti, scatole,
cianfrusaglie e roba di qualsiasi genere.
“Cavolo, c’è un bel po’ di lavoro da fare”, e già mi stavo guardando
attorno, quando lei, senza mai sorridere, mi domandò qualcosa che era
letteralmente incomprensibile finché non trovò un piccolo asse da stiro.
“Can you
iron?”
Per un attimo pensai di mentirgli. O forse no. La
domanda mi aveva spiazzato. Avevo passato il pomeriggio a studiare come fare un
buon annuncio su eBay, come trovare buoni modelli di inventario per Excel e mai
avrei pensato di dover finire a fare la casalinga. “No, actually” fu l’unica e più sincera risposta che uscì fuori
dalla mia sempre più evidente difficoltà nell’imprevista e “sinistra”
situazione.
Ancora una volta il suo sguardo non commentò, né le sue
parole tradirono un qualche disappunto. Senza dire nulla passò alla camera
affianco. Una camera da letto abbastanza disordinata, con un letto a
baldacchino nero ancora tutto disfatto, dove una stufa a caminetto dava calore
ad un piccolo tappeto a quadri multicolore, unico tocco di gioia ad una casa in
bianco e nero. Il resto erano appendi-abiti, altri vestiti sparsi qua e là e
mobili in disordine. Muovendo
leggermente la mano mi mostrò il mobiletto dei trucchi sulla destra e mi disse
che avrei iniziato da lì, dal farle vedere la mia capacità di organize.
“Gosh! Am
I here to do the cleaning lady?”. Fu solo il mio pensiero, la
strana timidezza che mi aveva preso in quel momento e il mio sano proposito di
essere polite in casa di gente
sconosciuta aveva ricacciato in gola una frase già composta che la mia lingua
stava ormai pregustando sul palato. Dati gli ordini, con il rumore di un
fantasma, si diresse verso la cucina a fianco, socchiudendo la porta alle sue
spalle.
Guardai un attimo tutte le stuff con cui avrei dovuto avere a che fare. Roba assolutamente e
totalmente da donna: mascara, fondotinta, eyeliner, rossetti, spille, spazzole,
cerchietti di qualsiasi tipo. La situazione pareva inizialmente comica. Mi
vedevo già nei panni del goffo Mister Bean alle prese con qualcosa con cui non
avevo mai avuto a che fare (come anche eBay e l’inventariato) e già mi era
chiaro che se non mi fosse venuta in mente un’idea geniale o non avessi trovato
una qualche bacchetta magica infondo a qualche scatolone da strega della mia
nonpiùtantosicuramente futura padrona di casa, il bell’appartamento “free” si sarebbe volatizzato in un sonoro segnale
di fallimento “puf!”. Anche perché, dopo che la prima volta avevo raccolto
tutti insieme i trucchi alla bene e meglio, un po’ nella grande trousse azzurra,
un po’ nei vari astucci trasparenti che avevo trovato, Lora (questo il nome di
fantasia, giusto per mantere quel minimo di privacy) mi aveva rimproverato,
questa volta mostrando un pizzico di disappunto, pur sempre, però, in maniera assolutamente
distaccata, per la mia assoluta mancanza di logica. Così il compito non era
solo quello di capire a cosa servissero e cosa fossero tutte quelle diavolerie
da donna (con le scritte in inglese) ma quello di trovare un ordine a quelle
incasinatissime e numerosissime boccette, boccine, matite, pennelli tra cui
alcuni finiti, alcuni spuntati, alcuni vuoti, alcuni secchi, alcuni
difficilmente recuperabili.
Tutto così sembra calmo e tranquillo. Infondo di
pericoloso finora c’è solo un po’ il quartiere, reso tale probabilmente da
delle fissazioni di un malfidente ragazzino italiano alla prima esperienza alone in the world. Di terrificante c’è
solo l’immaginazione cinematografica di una casa e di una padrona che poteva
essere anche solo semplicemente stanca o un po’ svampita. Di scioccante solo il
fatto che da tranquillo fotografo e inventarista seduto ad un tavolo con gli
occhiali, mi ritrovo per caso a fare la signora delle pulizie. Ma quella
trousse e quell’armadietto dei trucchi non contenevano assolutamente della roba
“normale”.
- No problem, just
tell me teh most suitable time for you to show me the job (inviato Lun @
09:26)
- Is 7:30 ok? (Ricevuto Lun @ 09:30)
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(Ricevuto Lun @ 09:32)
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